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La strada dedicata a Dante Chiasserini si snoda sul fianco di una torre medievale. Sulle sue vecchie pietre, una targhetta invita a riconoscere l’inizio del quartiere di San Niccolò, a Porta Romana, una porta aperta verso Roma che ha perduto le mura e le arcate. Ma che conserva, dimenticate, le vecchie vasche, dove le donne del paese andavano a lavare il bucato, fatto rigorosamente con la cenere, che “imbiancava” i panni.
Torniamo alla torre medioevale risalente al XIII sec. Sopra il portone, un arco ogivale contiene un bassorilievo relativo alla monta taurina.
Fig. 1 – Palazzo Taurini e Torre “scapitozzata” inglobata sul lato destro.
E’ la torre del Palazzo Taurini, famiglia della poetessa Francesca Turini, del XVII secolo. Sembrerebbe più legittima una intestazione della strada alla poetessa o, se vogliamo, al Seminario vecchio, come era diversi anni fa. E’ sicuro che il Seminario, dove si educavano i giovani alla vita sacerdotale, fosse in questa strada, un palazzo all’incrocio con Via Sant’Antonio. Arriva infine la dedica a Dante Chiasserini che andò a morire a 26 anni sul san Michele nel 1916, vittima dei gas asfissianti il primo giorno in cui furono usati dagli austriaci. In una lettera alla fidanzata Anna, Dante, contrario alla guerra, parla della sua partecipazione in nome della libertà e dell’indipendenza dei popoli. La strada è stata a lui dedicata perché, non lontano, pare che abitasse una sua parente.
DANTE CHIASSERINI
“Dante Chiasserini nacque a Sansepolcro, dove visse fino al 1908. A 17 anni lasciò la sua città dove aveva appena appreso i primi elementi di meccanica, attratto dal nome di Milano, allora nella sua grandiosa formazione industriale e commerciale. Fu attratto, però anche dalle idee politiche che, allora, in Milano si dibattevano e si allargavano in tutta Italia. Chiasserini era già un milite entusiasta della lotta politica e, come molti giovani di quei tempi, si sentiva attratto dalle idee più nuove. Egli trovò lavoro in un grande stabilimento industriale e subito fu preso, anima e corpo dalla passione politica, tanto che, a 20 anni era già un esponente del Partito Socialista milanese. Dante Chiasserini conobbe a Milano il precursore del sindacalismo Filippo Corridoni; si sentì più vicino alle sue idee politiche e giudicando il socialismo troppo basato sul materialismo, divenne ben presto un suo seguace ed amico. Abbracciò quindi le idee sindacaliste e a 22 anni Chiasserini fu uno dei più noti e apprezzati dirigenti dell’ Unione milanese. Nel 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale; l’ Italia rimase momentaneamente neutrale, ma a Milano Benito Mussolini nel primo numero de “Il Popolo d’ Italia”, fece un appello all’interventismo. Filippo Corridoni e molti sovversivi erano con lui. Dante Chiasserini è indeciso: non sa in un primo momento spogliarsi di tutti quei principi pacifisti che egli aveva creduto immortali, ma non è sordo al grido di libertà che promana dai popoli sottomessi: è ancora contro la guerra, ma stima gli amici che la invocano. Il 23 gennaio del 1915 assistè a un congresso interventista ove tra gli altri oratori parla Benito Mussolini, e Chiasserini si convince che “per il bene del proletariato era necessaria la guerra” e quindi decide di arruolarsi nella Legione garibaldina delle Argonne, per combattere al fianco dei Francesi. Quando la Legione si sciolse, tornò in Italia e all’entrata in guerra dell’ Italia si arruolò come volontario. Il 26 giugno 1916 nella battaglia delle Trincea delle Frasche, morì ucciso dai gas asfissianti.
Nel 1938, dietro la richiesta della Sezione delle famiglie dei Caduti in guerra, il Podestà di Sansepolcro deliberò di intitolare a Dante Chiasserini la strada del centro storico che aveva nome Via del Seminario Vecchio. Il nome di Dante Chiasserini compre anche nella lapide dedicata all’Epopea garibaldina, in quanto aveva combattuto in Francia come volontario con la Legione Garibaldina delle Argonne.” 1
1 ROSALBA BRIZZI, Notturno al Museo, 1997.
STUDIO di GIULIANA MAGGINI.