VIA SANTA CATERINA

QUARTIERE DI SANTA CATERINA,
prima di SAN PIERO

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Quartiere di Santa Caterina - Sansepolcro
Ha uno sviluppo orizzontale, parallelo alla vicina cinta muraria di settentrione.
Questa via, è sempre stata intitolata fin dal Medioevo, a Santa Caterina d’Alessandria, ma talvolta possiamo trovare la via con il nome di “Aggiunte di sopra”1.
Caterina d’Alessandria, il nome dal greco Katharòs, ”puro”, vergine e martire, è una delle sante più venerata e popolari nella nostra cristianità medioevale, sempre raffigurata, dal punto di vista iconografico, con la ruota dentata spezzata strumento del suo martirio, la palma, la spada, la corona, vesti regali per ricordare le sue origini nobili e i’ anello del matrimonio mistico. La Santa è nata ad Alessandria d’Egitto nel 287 d.C. e fu martirizzata nel 305 d.C. sempre nella sua città. Le notizie su Caterina d’Alessandria hanno origini leggendarie. Secondo la Legenda Aurea era una giovane molto bella unica figlia del re di Costa , che aveva rifiutato di sposare l’imperatore Massenzio perché cristiana e seguace di Cristo. Massenzio non riuscendo a convincerla a sacrificare agli idoli, aveva chiamato gli uomini più sapienti e cinquanta tra filosofi e oratori con il compito di distoglierla dalla fede in Gesù Cristo. Caterina riuscì con la sua forza oratoria a convertirli e a suscitare l’ira dell’imperatore che li condannò al rogo. Caterina, inoltre criticò Massenzio per le nuove persecuzioni contro i cristiani e per questo fu condannata a morte con il supplizio della ruota dentata ma, per intervento divino, questa si ruppe ed essa fu salva. Fu poi decapitata con una spada e dal suo collo sgorgò del latte2.


1 ANGELO TAFI, Immagine di Borgo San Sepolcro, Calosci-Cortona, 1994.
2 NICOLETTA COSMI, GLI STENDARDI “RITROVATI” delle Confraternite di S. Maria Maddalena e S. Caterina di Borgo San Sepolcro (secc. XIV-XV)), Digital Editor srl, Umbertide, 2019.

ICONOGRAFIA

Madonna col bambino in trono - Sansepolcro
Fig. 1– “Madonna col Bambino in trono con S. Antonio Abate e S. Caterina d’Alessandria”, Affresco staccato, proveniente dalla ex chiesa di Santa Chiara, ex Sant’Agostino, di pittore ignoto del XIV secolo. Sala degli Affreschi e delle Sinopie, Museo Civico, Sansepolcro.

L’iconografia della Santa Caterina d’ Alessandria è presente in molte opere a conferma della grande devozione dei cittadini di Sansepolcro:

  • Nell’affresco con il Martirio di S. Caterina, proveniente dalla ex chiesa di S. Chiara, ora nel Museo Civico, Sala delle sinopie e affreschi.
  • Nell’affresco con Madonna in trono, S. Antonio Abate e S. Caterina d’ Alessandria proveniente dalla chiesa di S Chiara, ex S Agostino, ora nel Museo Civico, Sala delle Sinopie e affreschi.
  • Nell’affresco, datato 1385 di scuola romagnola, con Madonna in trono con Bambino e ai lati due santi: S. Caterina d’Alessandria e S. Tommaso Becket, parete di destra nel Duomo.
  • Nel Polittico della Resurrezione di Niccolò di Segna del 1348, eseguito per la chiesa degli Agostiniani: S. Caterina d’Alessandria è in uno dei quattro scomparti centrali, ora sull’ altare del Duomo.
  • Nel ciclo di Storie di S. Caterina d’ Alessandria che si trovava nell’ antico coro della chiesa di S. Francesco.
  • Nel frammento di affresco, ritrovato recentemente nell’antico coro di S. Francesco, identificato come la testa di S. Caterina d’Alessandria, traccia rimasta di un ciclo di affreschi sulla vita della santa, databili all’ inizio del 14003.

LA CONFRATERNITA DI S. CATERINA D’ ALESSANDRIA

Nel 1334 furono fondate ben tre Confraternite: quella di S. Antonio, per l’ospitalità dei pellegrini poveri e degli ammalati, nel proprio ospedale; l’altra di S. Caterina, con l’Oratorio, per l’ accompagnamento alla sepoltura dei confratelli defunti; la terza, quella di S. Maria Maddalena, con lo scopo principale di ricondurre a vita onesta le meretrici, aiutandole a sposarsi o a scegliere la vita monastica4. Qui, in questa via, nella prima metà del Trecento sorse ed ebbe la propria sede e chiesa la Compagnia di S. Caterina. Erano queste le antiche Terziarie Francescane diventate Clarisse nell’anno 1500 e dette dal popolo le Murate di S. Caterina. Queste erano sorte nel 1351 e l’Abate del tempo, Bartolomeo II aveva fatto costruire per loro un monastero adiacente alla sede della compagnia di S. Caterina. Il grande complesso edilizio, di formazione prevalentemente tre-quattrocentesca, è caratterizzato dal sistema distributore di portico e loggia sovrapposta e dal sistema dei grandi vani voltati al piano terra disposti in serie, con accesso dalla strada, di grande qualificazione architettonica. Ma questo è stato quasi annullato perché i locali sono ora adibiti ad altro uso come officine e garage. Quanto alla scomparsa della chiesa essa si elevava più avanti, sempre sulla sinistra tra l’angolo del “Casone” e via dei Balestrieri. Nella pianta del 1828 la chiesa non è più indicata perché nel frattempo doveva essere del tutto distrutta. La Compagnia aveva proprietà fondiarie e grazie a questo si preoccupava di aiutare fanciulle povere e di dare una giusta sepoltura agli indigenti. La Confraternita fu soppressa nel 1692 dal vescovo L. Malaspina, che ne trasferì i beni alla Confraternita di S. Bartolomeo; gli oggetti sacri alla Cattedrale e la chiesa con l’oratorio e gli annessi alle monache murate. I confratelli della Compagnia indossavano una cappa bianca. Il Gonfalone della Confraternita, che fu dipinto nel 1444 da Pietro di Giovanni d’Ambrogio, si trova ora a Parigi al Musèe Jacquemart–Andrè.


3 Ibidem nota precedente.
4 ERCOLE AGNOLETTI, LE MEMORIE DI SANSEPOLCRO, Arti Grafiche, Sansepolcro,1986.

STENDARDO PROCESSIONALE

Fig.2 – Stendardo processionale della Confraternita di Santa Caterina di Borgo San Sepolcro, Pietro di Giovanni d’Ambrogio, 1444, tempera su tela, fondo oro, 204×170 cm, Musée Jacquemart -André, Parigi.
Lo storico E. Agnoletti riferisce che:
“ il 1 giugno del 1444, la Compagnia di S. Caterina commissionò a Pietro di Giovanni, un pittore senese, uno stendardo a doppia faccia , dove doveva essere raffigurata S. Caterina d’Alessandria al centro, con il libro aperto, circondata da sei Virtù: Fede, Speranza, Carità, Prudenza, Giustizia e Temperanza, con ali multicolori e incoronate di fiori, mentre due Angeli incoronano la Santa, ai cui piedi stanno due confratelli incappucciati. Il tutto incorniciato da medaglioni. Dall’altra parte doveva essere raffigurato il Crocifisso con la Vergine e S .Giovanni Evangelista. Costo: fiorini 55. L’opera fu firmata: PETRUS IOHANNIS AMBROSII DE SENI PINXIT MCCCCXXXXIIII.”5
La riproduzione, di alta qualità, di questo stendardo processionale si trova nella chiesa di S. Marta nella zona di Porta Romana, grazie al Lions Club di Sansepolcro.


5 ERCOLE AGNOLETTI, LE MEMORIE DI SANSEPOLCRO, Arti Grafiche, Sansepolcro,1986.

MONASTERO

Planimetria Monastero Santa Caterina - Sansepolcro

Fig. 3 – Monastero di Santa Caterina (n.5), da planimetria del G.F. Di Pietro e G. Fanelli, La Valle Tiberina Toscana, Firenze, 1973.

Interessante questa planimetria in cui sono visibili ancora delle tracce dell’antica struttura: il corridoio d’accesso e un porticato voltato.
Porta con l’architrave con la Croce di Malta - Sansepolcro
Fig. 4- Porta con l’architrave con la Croce di Malta.
Sorpassato l’incrocio con via S. Puccio, sulla destra al n. 45 e di fronte, sulla sinistra si vedono tre belle porte in pietra di cui una è medievale con scolpita sull’ architrave la croce di Malta.
Architrave con rilievo - Sansepolcro

Fig. 5 – Architrave con rilievo.

Sulla sinistra al n.38 sul robusto architrave di una porta medievale è scolpita una pecora o un agnello con vessillo. È un chiaro richiamo all’emblema della Corporazione della Lana di Firenze con cui Sansepolcro aveva rapporti commerciali.

Sempre sulla sinistra ai n. 46 e 56, si trova un edificio apparentemente insignificante, anche nel nome: “il Casone” non è un termine adeguato. Eppure è l’edificio più notevole di questa via, in quanto è ciò che rimane dell’antico complesso. Qui nella prima metà del trecento, sorse ed ebbe la propria sede e chiesa, la Compagnia di S. Caterina.

Da segnalare, al n.79 della via, una bella porta in pietra finemente lavorata della fine del ‘400 (segnalata dallo storico Salmi).

Porta con cornice in pietra - Sansepolcro
Fig. 6 – Porta con cornice in pietra.
Bassorilievo in pietra - Sansepolcro
Fig. 7 – Bassorilievo in pietra.
Sulla sinistra prima del n.68, c’è un bassorilievo in pietra molto consunto, raffigurante forse un castello o uno stemma.
Portale bugnato - sansepolcro

Fig. 8 – Portale bugnato.

Sulla destra, si vedono le facciate retrostanti di tre palazzi che hanno la facciata principale su via Aggiunti. Al n.95 nel terzo dei detti palazzi, c’è un bel portale bugnato del ‘500 con chiave di volta appuntita e sormontata da uno stemma consunto; è una porta laterale dello stesso palazzo che si affaccia su piazza S. Francesco e su via Aggiunti: un palazzo cinquecentesco con resti di decorazione quattrocentesca.
Al n.74 c’è il fianco sinistro dell’ edificio della Confraternita di S. Maria delle Grazie cinquecentesco, ma fatto rialzare di un piano nel 1959 per ampliare la casa del clero.6


6 ANGELO TAFI, Immagine di Borgo San Sepolcro, Calosci-Cortona, 1994.

STUDIO di ANNA DEL GAIA.

Università dell'Età Libera - Sansepolcro
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