PIAZZA TORRE DI BERTA

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Piazza Torre di Berta

La piazza si trova al centro della città e precisamente nell’incrocio dei due assi principali: il Decumano (Ovest-Est, ora Via XX Settembre) e il Cardo (Nord-Sud, ora Via Matteotti-Via della Fraternita). La piazza, oggi detta Piazza Torre di Berta, presenta una forma quadrangolare ma prima del 1868 non era così. Lo storico Ercole Agnoletti documenta nell’anno 1198: “Grande moviemtno al centro del Borgo. Venti delle primarie famiglie, fra cui i Graziani, i Bofolci, i Dotti e i Gherardi, per difesa dei Signori XXIV dagli “insulti popolari”, si costruirono la torre che sarà chiamata Berta. Il terreno fu offerto da Borofolo e Fragno Graziani”. Nella torre fu posta la campana del castello di Mansciano, distrutto con altri castelli situati in collina per ordine dei Signore XXIV per sicurezza e difesa. Ancora lo storico Agnoletti, riporta nell’anno 1840: “La Piazza Torre di Berta era il luogo di mercato e di raduno del bestiame, per l’abbeveratoio alla pubblica fonte. Fu decisa la demolizione di una vasta zona di stabili di proprietà della famiglia Galardi, isolando la torre, che venne a trovarsi al centro di una vasta piazza”.

Piantina Piazza Torre di Berta

Fig.1 – Pianta della Piazza Torre di Berta datata 1819, Biblioteca di Sansepolcro

Fig. 2 – Disegno di com’era la Piazza Torre di Berta prima del 1868. Dettaglio della Fonte.

Nella foto della Piazza del 1819, le misure degli spazi non sono reali ma sono segnate, oltre alla Fonte e alla Croce di piazza, anche le botteghe che c’erano nei pianterreni degli edifici e gli spazi sulla piazza riservati al mercato. Dalla pianta si può evincere un notevole e voluminoso fabbricato di proprietà dei Galardi che presenta, inglobata nell’angolo destro, una torre, la Berta. La Piazza presentava così due zone ben distinte e con proprio nome: a nord, Piazza della Fonte e a sud Piazza delle Erbe. Con l’abbattimento del palazzo Galardi, la Piazza fu allargata ma non troviamo più la Fonte che si trovava a destra vicino al palazzo Besi e neppure la Croce, a sinistra presso il palazzo Pichi. 

 

Fontana, Piazza Garibaldi

Fig. 3 – Fontana, Piazza Garibaldi, Sansepolcro

La Fonte, su una base quadrata, aveva forma ottogonale e non andò perduta, ma fu in parte utilizzata per la Fontana in Via della Fonte, vicino a palazzo Pretorio, in Piazza Garibaldi. 

La Torre di Berta, alta 38 metri, rimase così isolata nella grande piazza che si era formata e divenne il simbolo di Sansepolcro. Attilio Brilli, studiso del fenomeno del Grand Tour (il lungo viaggio nei paesi d’Europa, tra i quali l’Italia, era sicuramente una delle mete preferite, intrapreso da giovani della ricca borghesia europea a partire dal XVIII secolo, con lo scopo di arricchire la loro cultura), riporta fra le testimonianze che rievocano il mistro di curiosità e di fascino esercitato sui viaggiatori della Torre di Berta, quando si levava al centro della piazza, una vivace pagine dell’americana Katherine Hooker del 1902 che descrive la faticosa ascesa alla cella campanaria. “Nella piazza principale della città, attorno alla quale ci sono tante botteghe e antichi edifici in pietra, si trova un’alta torre isolata, solida e squadrata, detta Torre di Berta…”. Tra i viaggiatori del Grand Tour troviamo anche Joseph Pennell, illustratore, incisore e scrittore americano. Fu un attento viaggiatore che fissò su carta immagini delle città e delle campagne della Toscana. I suoi numerosi disegni, acquerelli e pastelli di soggetto toscano sono conservati nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi. L’artista Pennell, nei primi del Novecento arriva a Sansepolcro, tappa importante del suo viaggio alla ricerca delle opere di Piero della Francesca, ad Arezzo verso Urbino. Nel suo taccuino di viaggio esegue vedute di Sansepolcro, un disgno di Porta Fiorentina del 1899 e la Torre di Berta del 1904. 

Joseph Pannel, La Torre di Berta, 1904, Firenze

Fig. 4 – Joseph Pannell, La Torre di Berta, 1904, Firenze, Galleria degli Uffizi

DENOMINAZIONE DELLA PIAZZA: “odonomastica”

“Questa piazza ha cambiato nel corso dei secoli molte denominazioni: infatti è stata chiamata in epoche successive Piazza Torre di Berta, Piazza dell’Orologio, Piazza Vittorio Emanuele II e Piazza Ettore Muti, fino a riprendere la prima denominazione. Fin dal 1200 circa troviamo nei documenti antichi “Piazza della Torre”, detta di Berta. L’etimo “Berta”, risalente al periodo medievale, significa schernire; quindi si pensa che in questo luogo venissero posti alla gogna i malfattori. Nell’800 quando nella torre venne posto l’orologio pubblico, la piazza prese il nome di “Piazza dell’Orologio”

Il 9 giugno 1882 il Comune di Sansepolcro decretò di dare una nuova denominazione alla piazza principale della città, per commemorare il re Vittorio Emanuele II, deceduto pochi anni prima, nel 1878, e per esaltare la memoria di uno degli artefici dell’Unità d’Italia. Questa è la motivazione con cui i membri del Consiglio Comunale decisero il cambio di denominazione della piazza: “…eseguendo al tempo medesimo il Decreto di questo Consiglio Comunale del 14 febbraio 1878 col quale si ordinò di fregiare col nome Augusto di Vittorio Emanuele II, ora di gloriosa memoria, la Piazza dell’Orologio”. La Piazza mantenne questa denominazione fino alla seconda guerra mondiale, quando essa venne intitolata ad Ettore Muti, segretario del Partito nazionale Fascista, morto nel 1943. In questo periodo Mussolini, capo della Repubblica di Salò, volle esaltare le figure dei rappresentanti del Partito Fascista rimasti a lui fedeli e cancellare dalla memoria storica coloro che si erano macchiati del tradimento a lui fatto, della seduta del Gran Consiglio del 25 luglio, che aveva decretato la sua caduta fino all’armistizio con gli alleati. Il Comune di Sansepolcro, ancora sotto il dominio fascista, mandò in vigore una legge dello Stato, che prevedeva l’eliminazione di intitolazioni a piazze o strade che ricordassero la Casa Savoia, vista da Mussolini come traditrice. 

 

Festa dell'uva

Fig. 5 – Festa dell’uva, Settembre 1930-35, Foto Amedeo Casadio, Archivio Gino Bini

Nell’estate del 1944, i Tedeschi si ritirarono da Sansepolcro e il 9 novembre 1944 anche l’intitolazione a Muti fu tolta e sostituita con quella più antica di Piazza Torre di Berta, poiché l’antica torre innalzata in questa piazza nel XIII secolo, era stata distrutta proprio in quell’anno, la notte tra il 30 e il 31 luglio, dalle truppe tedesche.1


1ROSALBA BRIZZI, La Piazza Torre di Berta, Notturno al Museo 1997.

 

Torre di Berta

Fig. 6 – Torre di Berta

Abbattimento della Torre

Fig. 7 – Abbattimento della Torre ad opera dei Tedeschi in ritirata il 31 luglio del 1944

Il dodecaedro

Fig. 8 – Il dodecaedro con l’albero di gelso

Attualmente arreda la Piazza un’opera di proprietà di Valentino Mercati, fondatore e presidente dell’Azienda Aboca: si tratta di un grande poliedro, un dodecaedro con racchiuso al suo interno un albero di gelso. Il “dodecaedro” e il “gelso” sono stati il simbolo della bellissima mostra La Botanica di Leonardo, tenutasi nel 2019 a Firenze nel complesso di Santa Maria Novella, ad opera di Aboca. Il carico simbolico di armonia e perfezione implicito nei poliedri regolari ha trovato corrispondenza negli artisti rinascimentali quali Leonardo e Piero della Francesca. Leonardo disegnò i poliedri per la “De Divina Proportione” di Luca Pacioli, stampata a Venezia nel 1509. Il Dodecaedro (la quintessenza), è l’Etere la parte più pura dell’aria, il Cielo. Platone usa questi termini: “restava una quinta combinazione e Dio se ne giovò per decorare l’universo”. Il “De Divina Proportione” fu l’apice della riscoperta dei Solidi Platonici nel Rinascimento. I cinque corpi regolare di cui parlano l’opera di Piero della Francesca, “Libellus de quinque corporibus regolaribus” e il “De Divina Proportione” di Pacioli, sono i cosiddetti “solidi platonici”, ossia poliedri le cui facce sono poligoni regolari tutti uguali. 

PALAZZI

Gli edifici che si affacciano sullo spazio, ora vuoto, della piazza sono notevoli sia per l’imponenza della struttura che per la loro architettura. Sono facilmente identificabili nella planimetria sotto riportata. 

Planimetria

Fig. 9 – Planimetria del 1963

PALAZZO GIOVAGNOLI (38)

Il Palazzo si trova tra la Via Agio Torto e Via dei Servi, è un edificio del XIII secolo e ingloba nell’angolo una possente torre anch’essa duecentesca. La torre fu “scapitozzata” cioè abbassata e livellata nel tempo, cosa che è capitato anche alle altre torri del centro storico a causa dei numerosi terremoti. Lo storico Agnoletti riporta che “questo palazzo era il più antico di quelli che la nobile famiglia Giovagnoli possedeva al Borgo e che per la potenza e la bellezza della torre il palazzo veniva chiamato ‘La Torre’. In alto è presente lo stemma in pietra dei Giovagnoli, però poco leggibile”. 

PALAZZO DELLA FRATERNITA (3)

Sul lato sud della Piazza, tra Via dei Servi e Via della Fraternita, si trova il palazzo che apparteneva alla Confraternita di San Bartolomeo adiacente all’Ospedale degli “esposti”. Sicuramente era la sede dei Priori della Fraternita ma la facciata era modesta e non era visibile, coperta dal palazzo dei Galardi e solo quando questo fu abbattuto nel 1868, la facciata fu visibile sulla piazza. L’aspetto attuale dell’edificio antico è dovuto ad un intervento recente dell’architetto Giovanni Cecconi. La facciata antica si trova in via della Fraternita; l’edificio è del XV secolo ed era l’Ospizio dei “Gettatelli”, ovvero i bambini abbandonati che la Compagnia si occupava di allevare ed educare.

PALAZZO BESI (30)

L’edificio, costruito tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, si affaccia sulla piazza e su Via XX Settembre.

Palazzo Besi

Fig. 10 – Palazzo Besi, lato occidentale con una torre “scapitozzata” o ridotta

Su Via XX Settembre il Palazzo, al piano terra, ha quattro alte aperture con arco a tutto sesto e sopra il mascapiano quattro finestre incorniciate e architravate con pietra serena; nel piano di servizio le finestre si ripetono ma solo più piccole. Il lato sulla piazza presenta lo stesso ritmo di aperture ma molto più numerose e ingloba una torre quadrangolare ridotta in altezza per sicurezza. In angolo, un terrazzo. Fu molto danneggiato dalle mine che abbatterono la Torre di Berta nel 1944. 

PALAZZO PICHI (44)

Il lato est della Piazza è interamente occupato dal Palazzo Pichi, il più maestoso delle varie dimore che la nobile famiglia possedeva in Sansepolcro. Venne realizzato verso la fine del Cinquecento, accorpando edifici medioevali precedenti; infatti si possono notare sul lato sinistro le porte medievali in pietra di botteghe e magazzini. Al piano terra, al centro, si nota il portone, grande e bugnato, dove sopra c’è un balcone con ringhiera di ferro. Sopra il finestrone del terrazzo si trova un grande stemma mediceo che arriva fino al piano del servizio. Sopra il marcapiano ci sono otto grandi finestre bugnate del piano nobile, sopra le otto finestre del piano di servizio, più piccole ma sempre bugnate. Nel retro c’è il giardino. 

Palazzo Pichi

Fig. 11 – Palazzo Pichi, fine XVI secolo, lato orientale della Piazza

Palazzo Pichi

Fig. 12 – Stemma dei Pichi

PALAZZO VESCOVILE

Sul lato nord della Piazza si vede il fianco destro del Palazzo Vescovile. Nell’angolo con Via Matteotti c’è un grande stemma in pietra di Medici, che venne apposto nel Cinquecento, dopo che il papa Leone X Medici, nel 1520, aveva elevato Sansepolcro a Sede Vescovile e a Città. Il palazzo era l’antica Abbazia benedettina, poi camaldolese, dell’anno Mille; venne abbassato di un piano nel 1789, a causa dei danni procurati dal forte terremoto del 30 settembre, che danneggiò numerosi edifici. L’aspetto attuale risale al 1801. A piano terra, come mostra la pianta della Piazza Torre di Berta del 1819 (Fig. 1), si possono notare le numerose botteghe che si affacciavano sulla piazza e sulla Via Maestra, un tratto dell’antica strada romana, che attraversava la città da Ovest a Est e tutta la Valle del Tevere. Ancora oggi si possono amminare, in alcuni locali, bellissimi capitelli romanici del XII secolo (Prof. Mario Salmi), forse testimonianze di spazi dell’antica Abbazia. 

Capitello romanico del XII sec

Fig. 13 – Capitello romanico del sec. XII – Via XX Settembre n.120 (Salmi)

BIBLIOGRAFIA

ERCOLE AGNOLETTI, Memorie di Sansepolcro, Arti Grafiche, Sansepolcro, 1986.

ATTILIO BRILLI – FRANCESCA CHIELI, Sansepolcro e i suoi musei, Itinerari d’Arte, Arti Grafiche Motta, Milano 2004.

ROSALBA BRIZZI, La Piazza Torre di Berta, Notturno I Museo, 1997.

ATTILIO BRILLI, BORGO S. SEPOLCRO, La città di Piero della Francesca, ERI Edizioni Rai, Tibergraph, Città di Castello, 1991. 

FRANCESCA CHIELI, Conoscere Sansepolcro Arte e Storia, Edizioni Nuova Prhomos, 2021.

LORENZO COLESCHI, Storia della Città di Sansepolcro, Atesa Editrice, Bologna, 1982.

G. FANELLI e G.F. DI PIETRO, La Valle Tiberina Toscana, Firenze, 1973.

ENZO MATTESINI, Toponomastica borghese, Petruzzi Editore, Città di Castello, 2023. 

ANGELO TAFI, Immagine di Borgo Sansepolcro, pag. 397, Calosci-Cortona, 1994. 

Studio di Nicoletta Cosmi

Università dell'Età Libera - Sansepolcro
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